Il weblog di Gokachu


martedì, gennaio 31, 2006
Breviter
Rapidamente sgombro senza troppe parole e riflessioni alcune ingombranti visioni passate per lasciare spazio alle eventuali nuove.

Me and you and everyone we know
Carino, piacevole, gradevole, alcuni bei momenti, fondamentalmente innocuo.

Il sole
Per una volta un film di Sokurov non mi dispiace. Merito della caratterizzazione di Hirohito, omino buffo nella catastrofe della storia. Per me, un piccolo evento, nonostante la solita letterarietà del nostro.

The New World
Cinema che eccede lo spazio dello schermo. Meglio de La sottile linea rossa. Meditabondo, diseguale, tutto sommato imperfetto, ma grande, grande, grande. Segnalo però che a qualche giorno dalla visione sento che m'è scivolato addosso senza lasciar molto. Se non fosse lungo due ore e mezzo lo andrei a rivedere, ma credo che attenderò il DVD e la versione originale.




lunedì, gennaio 30, 2006
Ascolti in casa Gokachu
Quando tunnel anni '70 e passione per il cinema si incontrano.


Colonna sonora di Milano Calibro 9



Fascisti, e passi, nazisti, e passi, ma ignoranti no!
Se io fossi nazista una cosa a cui mi dedicherei maniacalmente sarebbe a non passare per cretino. Mi sa però che non tutti sono come me.




Un posto di lavoro in meno - la parola ai lettori
La selezione è stata durissima, tanto che, come vedete, le soluzioni sono tredici e non dieci. Chi è rimasto escluso non si adombri, chi è stato citato più volte non si monti la testa, chi invece vuol vedere TUTTE le proposte basta che clicchi qui.

Dieci cose che Woody Allen avrebbe potuto fare invece di inventarsi un insulso personaggio ex-tennista che serve solo a raccogliere le confidenze del protagonista.

1) Si ha un inserto documentaristico in cui un critico cinematografico o Allen stesso spiegano, intervistati, i veri sentimenti del protagonista. (Ohdaesu)

2) Il cane del protagonista scrive "tra la moglie e l'amante forse c'è la differenza che passa tra amore e desiderio" con i cubi alfabetici. (Ohdaesu)

3) In una sequenza onirico-psichedelica il protagonista incontra i 4 beatles disegnati come in Yellow Submarine e Paul (dopo aver fatto una breve allusione al fatto che sulla copertina di Abbey Road lui è vestito così ed è scalzo perchè era morto) gli annuncia i suoi sentimenti. (Gparker)

4) A inizio film, avrebbe potuto far passare un testo a scorrimento verticale come in Guerre Stellari (con sottofondo di Rigoletto) dove si spiegava lo scontro fortuna/talento, la vita precedente di Jonathan Rhys-Meyers (con annessa trilogia prequel sul passato da tennista), la trama del film e la differenza fra amore e desiderio. Il tutto, facendo interpretare l'amico tennista ad Andrè Agassi (ovviamente nel ruolo di se stesso, e colmando il buco di sceneggiatura riguardante lo spessore del personaggio),oppure, che è meglio, sostituendo come confidente l'amico tennista col fantasma del suo vecchio maestro di tennis morto(interpretato da Liam Neeson). (JerryGarcia85)

5) Vengono ingaggiate coppie di finti spettatori prezzolati che, ad ogni proiezione, commentano (a voce sempre troppo alta) ciò che sta accadendo, fornendo (come al solito) le didascalie alle scene meno lampanti. Es: "Ecco, vedi, lui qui sta pensando a lei" "Aaah, ma allora la ama" (m.)

6) Far aprire al protagonista un blog, dove racconta i suoi sentimenti (Darkripper)

7) Mostrare per tutta la durata del film una macchina della verità nel basso dello schermo per far vedere quando il protagonista è sincero e quando non lo è (Darkripper)

8) Lui sputa continuamente in faccia all'amante e fa sesso con lei violentemente e da dietro (quello è l'unico momento in cui non le sputa in faccia) nonostante le lamentale di lei. Non sputa mai invece in faccia alla moglie, anzi le dà baci, e con lei fa preliminari orali lunghissimi. (Ohdaesu)

9) Si potrebbe far arrivare uno psicologo di chiara fama (chennesò, ci sarà qualcuno... James Hillman va bene?), che affermi "Lei è un classico caso clinico. Lo ammetta con se stesso: con sua moglie è amore, con la sciacquetta bionda solo desiderio!" (Private_I)

10) Io avrei girato la pazzia crescente del protagonista che si esplicita nella trasformazione del proprio ano in un orifizio con tanto di lingua e denti che scoreggiano fuori i pensieri della sua coscienza. Meglio se cantati. (Davide)

11) Chris cammina per strada e nota un a pubblicità di biancheria intima il cui slogan e': "Amore e desiderio. Ami tua moglie, ma desideri un'altra. Non sentirti in colpa e rinnova il tuo matrimonio con il reggiseno X". Lui legge e corre a comprare il reggiseno X (un posto di lavoro in meno e uno sponsor in più per il film) (SaraTheHutt)

12) Chris al lavoro si perde nei suoi pensieri e mentre ripensa alla sua complicata situazione vede le immagini della moglie montate insieme a delle immagini caste e tenere di Ingrid Bergman, Olivia de Havilland, Jean Fontaine, mentre le immagini di Nola sono montate insieme a scene bollenti interpretate da Barbara Stanwick, Rita Haywoth, Lana Turner (SaraTheHutt)

13) Il papa si reca in visita a Londra. stanco delle continue imposizioni d'etichetta a cui è costretto dai suoi pedanti consiglieri, si veste in borghese e scappa dall'albergo per conoscere la londra vera. in un pub lurido incontra il nostro che si ritempra con una buona pinta delle fatiche di passione e/o amore. tra i due, già alticci, nasce un'intesa (la conversazione potrebbe nascere dal fatto che il protagonista è irlandese e super cattolico). alla quarta pinta entrano in confidenza e ognuno comincia a parlare delle proprie esperienze con le donne e della differenza fra un'avventura e il grande amore... beh, mi rendo conto che non è un escamotage molto diverso da quello dell'amico drammaturgico, ma avrebbe un bel senso di gratuità, inoltre il papa potrebbe incazzarsi come una jena con pesante accento tedesco contro l'infedeltà coniugale, e suggerire al nostro l'idea che sugella il finale del film. "vedrai che dio ti proteggerà, perche avrai fatto la cosa giusta figliolo", dice il papa rimettendosi il cappello e avviandosi alla porta del pub. "e lei come fa a esserne così sicuro?" chiede l'irlandese. "non mi sbaglio mai , ragazzo" risponde il papa strizzando l'occhio, mentre paga la mancia alla cameriera con rarissimi euro vaticani. (Marco)



domenica, gennaio 29, 2006
Concerti che...
Non amo le cover bands. E' troppo facile per un locale far soldi puntando su un gruppo di mercenari che suona pezzi celebri; tolgono spazio ai gruppi che con fatica cercano di costruire qualcosa di personale. Normalmente le boicotto.

Detto questo, ieri sono andato a vedere Skippy Stardust, "la" cover band italiana di David Bowie. Devo dire mio malgrado che è stato molto divertente. La band ripropone i classici anni '70 e '80 di Bowie in una versione decisamente rock; la voce dura di Skippy ne accentua l'effetto. Unica pecca da segnalare la scarsissima attenzione alla parte visiva dello spettacolo; una cover band per definizione è la "messa in scena" di un canone, e guadagnerebbe molto da una filologica ricostruzione della messa in scena originale. Come fanno i Musical Box con i Genesis per esempio. Oppure di una messa in scena alternativa. Ma comunque di una messa in scena con qualche idea dietro.



sabato, gennaio 28, 2006
Consigli per gli acquisti
E' da un po' che dovevo segnalare questa cosa ma mi son dimenticato e ridimenticato. Il fatto è che ce l'ho già. Però, per chi non ce l'ha, è un'occasione da non perdere.

Magic Press che con Grandi Storie sta facendo uscire in formato e (soprattutto) prezzo ridotto tutta la saga di Sin City, ora con Grandi Storie Speciale fa uscire il primo volume di Preacher. Ed è un gran bel leggere efferato. 4.90€.




venerdì, gennaio 27, 2006


giovedì, gennaio 26, 2006
Ascoltato oggi - QUIZ (Updated! Ora con clip audio!)
Il poeta scava con artigli di ferro le sabbie del deserto che sprofonda
rifatta seme la rosa rampicante
l'insetto riprende la sua forma di larva
nella gola vuota di Mosé come fumo rientrano tutte le parole pronunciate
la lama di Caino si leva dalla ferita
e Abele risorge dalla polvere
Pilato non trova più la sua lingua
e Giuda sale all'albero a cui si appese
Lucifero s'invola ruggendo dalla terra
e ricade il Cristo nella sua, solo sua morte
Adamo ha nuovamente la sua costola
una donna piange entro il suo fianco
la distesa dell'Eden è verde e folta
la foresta mormora
non si vede animale
un sole sciolto in catene di avida sete
ciba il primo con l'ultimo giorno



Ascolti in casa Gokachu
Quando uscirò dal tunnel degli anni '70 occorrerà fare una superpuntata. Non che per ora veda alcuna luce.
Per il momento segnalo che nelle ultime due settimane ho ascoltato questo disco almeno venti volte, che ancora non ne ho abbastanza, e che questo giudizio gli sta persino un po' stretto.




mercoledì, gennaio 25, 2006
Ne ferisce più la penna
Quando uno comincia a ricevere telefonate come questa, significa che quel che scrive conta qualcosa.
(via Fringe)





America Oggi? Sindrome Cinese? Brokeback Mountain
E' il tipo di film che non mi fa venire molta voglia di parlarne. E quindi ne parlerò ben poco, e in modo sciatto.

Il trailer sembrava un telefilm tipo La casa nella prateria, e anche al cinema il film non mi ha granché colpito dal punto di vista fotografico - il che, data la ghiotta occasione degli spazi aperti, dei pascoli, delle montagne, delle pecore e dei cavalli, è un peccato.
Per quanto riguarda la storia, non male, una storia d'amore contrastato e infelice ben raccontata. Poi Ennis Del Mar è un bel personaggio taciturno come nel cinema americano (se questo lo è) se ne vedono pochi. Però, perdonatemi, tutti gli altri film di Ang Lee che ho visto son migliori di questo. Tutti. Persino i corti. Vabbe', Hulk no, ma chi si aspettava qualcosa da Hulk? Questo invece misteriosamente fa incetta di premi in ogni dove, le aspettative erano un po' più alte.
Sono decisamente deluso.

Disclaimer: siccome sembra che non sia chiaro, preciso: il film non è affatto brutto, anzi. E' assolutamente sopravvalutato, ma non è brutto.




Qualche ovvietà
E' stata approvata la nuova legge sulla legittima difesa. Siccome né Castelli (e vabbe') né l'Unione Camere Penali (che si preoccupa più che altro dei diritti del rapinatore) lo dicono, ve lo ricordo io: questa è una legge criminogena.

Da oggi c'è molto di più da aver paura in caso di violazione di domicilio: il criminale, sapendo che non è reato colpirlo o ucciderlo, sarà assai più propenso a sparare per primo di quanto non fosse fin'ora. E' così ovvio.



domenica, gennaio 22, 2006
Il mestiere di vivere
Pur dopo molti anni di tentativi, Gokachu non ha affatto imparato come si fa a vivere una vita felice, piena, sana, feconda. Però fa finta.

Capitolo 2: il Kharma

C'è qualcosa di inebriante nella legge del Kharma.
Assolutamente non la parte che prevede che ogni volta che facciamo qualcosa ne subiremo le conseguenze, buone o cattive, in questa o nella prossima vita. Non quella parte. L'altra parte.

La parte che prevede che se in questo momento stiamo subendo un'ingiustizia, è segno che in un'altra vita ce la siamo davvero spassata. Più grave l'ingiustizia, più ce la siamo spassata. Oh, come ce la siamo spassata.
C'è quasi da tifare perché l'ingiustizia subita aumenti.



sabato, gennaio 21, 2006
Segnalazioni televisive dell'ultimo momento
Stasera a Fuoriorario due film di Imamura da non perdere: l'inedito Desiderio innappagato e il già visto e stupendo Il profondo desiderio degli dei.
Buona visione.



venerdì, gennaio 20, 2006
Un posto di lavoro in meno - CONTEST
Dieci cose che Woody Allen avrebbe potuto fare invece di inventarsi un insulso personaggio ex-tennista che serve solo a raccogliere le confidenze del protagonista.

1) Inquadrare un gesto d'affetto del protagonista verso la moglie mentre lei dorme.
2) Farlo addirittura parlare alla moglie addormentata, ad usum delphini.
3) Introdurre una classica voce-off.
4) Girare teatralmente un "a parte" con il protagonista che guarda in macchina e parla al pubblico.
5) Questo "a parte" farlo cantato. Viva il musical!
6) Far distribuire agli spettatori un foglio di sala in cui c'è scritto "tra la moglie e l'amante forse c'è la differenza che passa tra amore e desiderio".
7) Mettere questa frase in un cartello godardiano.
8) Mettere questa frase in un sottopancia che scorre lampeggiando per tutta la seconda parte del film.
9) Utilizzare il montaggio analogico mostrando scene che rappresentano l'amore quando il protagonista parla con la moglie e scene che rappresentano il desiderio quando è con l'amante. Suggerirei animazioni alla Assassini Nati.
10) Dare più spessore al personaggio dell'ex tennista; è l'ex amante del nostro, improvvisamente bisessuale.

Be', la decima non avrebbe purtroppo prodotto un posto di lavoro in meno. Sono gradite altre soluzioni nei commenti.

Le migliori inviate entro sette giorni verranno postate direttamente sul blog, l'autore indicato e se ha un sito linkato.



giovedì, gennaio 19, 2006
38° parallelo: Sympathy for Lady Vengeance (aka Lady Vendetta)
Succede di rado che dopo la visione di un film rimanga perplesso. Ho bisogno di una seconda visione. Prima della secodna visione ho solo un parere confuso. Comunque, visto che la seconda visione temo per un bel po' non avverrà, visto che il film è probabilmente al suo ultimo giorno di programmazione in zona, qualcosa dico tanto per tenere buono te, o fedele lettore. Con la premessa che sul merito, ahité fedele lettore, non dirò quasi niente se non: vallo a vedere e dimmi tu.

Sarebbe stato comodo dopo il grande successo di critica e di pubblico, dopo la messe di premi raccolti, sarebbe stato comodo per Park girare un film come Oldboy. Ovvero un film con fortissimi elementi autoriali eppure accessibile al grande pubblico. Invece no, e in questo è coraggioso. Lady Vendetta non è decisamente un film per il grande pubblico, e neanche per tutto il "piccolo" pubblico. Troppo raffinato, troppo freddo, troppo algido. Perfino nell'immancabile registro grottesco, non siamo di fronte ad un grottesco compiacente.

E quindi bravo Park. E' bello avere un regista che fa quello che crede di dover fare invece di andare incontro a quello che il pubblico si aspetta da lui (ogni riferimento ad altri importanti registi coreani è del tutto voluto). Già solo per questo gli voglio ancora più bene.

Sul merito. Il film è, dal punto di vista registico, dal punto di vista della composizione dell'immagine, dal punto di vista della recitazione, un capolavoro. Dal punto di vista della composizione dell'immagine addirittura la parola "capolavoro" gli sta stretta. Alla prima visione, lamento però alcuni intoppi nel mio percorso emozionale all'interno del film. Se nel sottofinale è difficile non cedere alla devastante emozione trasmessa dai primi piani di Lee Young-ae e dal montaggio, l'inizio è di tale fredda astrazione, nei suoi giochi di montaggio, di flashback e flashforward, con le sue voci fuoricampo, che ci ho messo un po' ad entrare nel film. Forse troppo. Potrebbe essere un difetto vero, potrebbe non esserlo. Appena lo rivedo ve lo dico. Alla prima vi posso dire che questo film è probabilmente bello come o più di Oldboy e forse un po' meno di Sympathy for Mr. Vengeance (aka Mr. Vendetta). E che, quindi, è bellissimo.




Per pisani e dintorni
Non ho ancora provato nulla, ma il fatto che esista un blog di recensioni dei ristoranti di Pisa e dintorni mi fa molto piacere. Ci ritorno.



mercoledì, gennaio 18, 2006
Post fotocopia
Qui non si bada all'originalità quando c'è l'occasione di postare gratis la locandina di Samaria. Indi (dal blog di Kekkoz):




[cinebloggers dixerunt]

La classifica 2005 di Cinebloggers Connection



Cinebloggers Connection.
Il tuo blog di cinema.




America Oggi: Match Point
Disclaimer: il post originale è andato perduto a causa di uno sbalzo di tensione. Questa ricostruzione trasuda giustificata svogliatezza.

Levità e gravità. Da molto tempo non andavo a vedere un film di Woody Allen, e sono rimasto stupido con occhi quasi nuovi a vedere la sua straordinaria bravura nell'introdurre personaggi interessanti con una battuta di dialogo e poche pennellate, nel sviluppare in modo estremamente elegante la narrazione, la sua capacità di attanagliare in modo soave e leggero lo spettatore alla vicenda. Il protagonista poi è un manuale di relazioni sociali vivente: mai una parola fuori posto, sempre la frase giusta al momento giusto, all'interno di dialoghi mai banali. Ho provato una sincera ammirazione per lui, vivo ai miei occhi.

Questo vale per la prima parte del film. Perché poi, quando il lavoro diventa chiaramente né una commedia né un dramma ma una vera e propria tragedia, il regista non riesce ad esimersi dall'introdurre personaggi piatti a puri fini drammaturgici, dall'esporre in modo greve e inelegante il tema filosofico e morale del film, dal rendere macchinoso lo svolgimento degli eventi, dall'utilizzare persino linee di dialogo sciatte. La levità iniziale si perde non solo tematicamente ma anche stilisticamente, per precipitare in una goffaggine dilettantesca. E questo è male.

Resta comunque un film più che buono, che intrattiene lo spettatore dall'inizio alla fine senza un attimo di tregua, che funziona; peccato però per il film molto migliore che avrebbe potuto essere. Allen dovrebbe rinunciare a toccare temi che non sono nelle sue corde, oppure affinare la sua abilità nel trattarli. Per ora, in quel campo, raggiunge a malapena la sufficienza.




lunedì, gennaio 16, 2006
Distribuzione mattacchiona/fatti miei
Una preziosa copia dell'ultimo film di Park, Lady Vendetta, era stata avvistata venerdì sulla costa tirrenica, nella città di Livorno; mi accingevo oggi ad andare a farle rispettosa visita quando scopro che dopo solo tre giorni di programmazione (sempre che li abbia fatti tutti e tre) è già stata smantellata, e non ci sono tracce del film nella provincia dove vivo né in quelle limitrofe.

Allarme rientrato. Il film è stato "sospeso" per motivi indipendenti dal suo successo e riprenderà la normale programmazione almeno per mercoledì e giovedì. Poi chissà.



Stupore
D: Perché alla bionda fa male l'ombelico?
R: Perché anche il suo fidanzato è biondo.

Ho sempre pensato che questa fosse la miglior barzelletta sulla bionde, ma mi ero sbagliato. Questa è la migliore. Sul serio.



Concerti che non vi siete persi
Leggendo i resoconti dei concerti degli ...a toys orchestra si trova sempre una qualche lamentela riferita alla scarsa qualità dell'equalizzazione, che non rende merito ad un materiale sonoro peraltro molto interessante. Ieri non è stato diverso. A questo punto mi sembra di poter indurre che se andate ad un loro concerto li sentirete male; questo non significa che non ci si possa divertire (io mi sono divertito molto), ma siete avvertiti. Procuratevi invece il disco, Cuckoo Boohoo; in studio danno il loro meglio.


The Cage, concerto degli ...a toys orchestra, 14/01/06
Altri squarci: 1, 2, 3, 4
Low fi: 1, 2, 3



domenica, gennaio 15, 2006
Ascolti in casa Gokachu - Extrasize
Probabilmente la cosa più bella capitata alla musica italiana dopo Puccini




sabato, gennaio 14, 2006
Concerti che vi siete persi
Gli Ornaments nascono da una costola dei Death of Anna Karina. Però son più pensosi, più complessi, meno ballabili, più sinfonici. Mi sono piaciuti. Quanto mi sono piaciuti? Tanto da precipitarmi a rotta di collo dopo il concerto al più vicino sportello bancomato (a circa due chilometri di distanza) e da tornare quando ormai il banchetto dei CD era stato smantellato, da pregare di riaprirlo e da prendere un CD. E nota bene, non compravo un CD da un bel po'.

Ok, non mi son piaciutì così tanto da fare tutto quello che ho fatto. Però mi sono piaciuti. E però l'ho fatto. Il 26 a Vicenza, il 29 a Udine.




venerdì, gennaio 13, 2006
Girellando al Carrefour
Oltre ad alcuni film in DVD al prezzo di 5 euro (Il fantastico mondo di Amélie, Animatrix e altri), l'occhio mi è caduto nella cesta dei film animati "tarocchi", le imitazioni da quattro soldi dei film di Disney, su un'oggetto che avevo già (ma in qualità pessima) a un prezzo che si può solo definire stracciato: Storie di fantasmi cinesi - The Tsui Hark Animation. (StoriE, sic).

Si tratta della versione animata del film-capolavoro di Ching Siu-Tung e prodotto dallo stesso Tsui, uno dei primi film hongkonghesi a fare breccia in occidente. Chi ha qualche anno se lo ricorda; gli altri, se non l'hanno già fatto, recuperino il DVD comodamente reperibile a noleggio. Già che ci siete, ci sono due seguiti più che dignitosi.

Contro: sicuramente non è un capolavoro al livello degli originali; è presente solo la versione doppiata (e il doppiaggio non l'ho ancora ascoltato); è accreditato di 80 minuti contro gli 84 riportati su IMDB; è in formato 1.33:1 (ma potrebbe pure essere il formato originale, va a sapere).

Pro: film piuttosto difficile da reperire; ma soprattutto, costa TRE EURO E NOVANTA. 3.90.

Be', io l'ho preso.






Il film che pareva interessante della settimana
Come sapete se mi conoscete personalmente, o come potete facilmente intuire se mi leggete soltanto, sono uno sfaticato a cui non va di fare un tubo dalla mattina alla sera. Questa rubrica è durata più di sei mesi ed a volte è anche stato divertente scriverla, lo ammetto. Ma anche no, avendo una scadenza fissa. Adesso che altri aprono una cosa simile, colgo la palla al balzo e la pianto lì. Andate laggiù e lasciatemi qui, con le quattro capriole di fumo del focolare. Dedicherò le mie energie a qualcos'altro. Chessò, al sonno.



mercoledì, gennaio 11, 2006
Io la ributto lì
Mentre voi vi sollazzavate con panettoni e spumante c'è chi si dava da fare per costruire qualcosa di terribilmente snob e vagamente nerd da fare "tra cinebloggers". Si tratta di un gioco di società dal nome (provvisorio) di THE GAME. Se vuoi sapere di che si tratta puoi leggere il regolamento. Se invece sei un cineblogger e vuoi giocare, puoi aderire ad una partita aperta o aprirne una tua. E speriamo bene.



martedì, gennaio 10, 2006
Se lo dice lui...
Lamenta Alberoni nel suo corsivo settimanale sul Corriere: (la gente ripete che) È naturale che chi arriva ad avere un posto nel governo distribuisca fra i suoi accoliti tutte le cariche. È naturale che non gli importi poi se questi sono o non sono efficienti. (...) È ora di smetterla con queste scuse. Il Paese funziona perché continuano ad esserci persone capaci, oneste, con degli ideali e che lavorano duramente. Certo, quando c'è tanta scorrettezza, chi vuol affermarsi coi suoi soli meriti deve essere estremamente bravo e preparato.

Ora, non vorrei sparare sulla croce rossa, ma sbaglio o Alberoni è membro del Consiglio di Amministrazione della RAI e soprattutto (purtroppo) direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia senza avere alcun titolo per esserlo se non quello di essere un celebre "intellettuale non di sinistra"? O m'è sfuggito qualcosa?



Girellando in edicola
The Mission di Johnnie To: si trovava già al Mediaworld a 10 euro; in edicola con DVDMovie, 8.90 euro. A questo punto non vederlo è una vostra scelta. Sbagliata.

Attenzione: il DVD in commercio in Italia è privo dell'audio originale e contiene solo quello doppiato.
Audio in cantonese e in italiano, sottotitoli in italiano per non udenti.





lunedì, gennaio 09, 2006
Il pomodorometro è al 53%
e quando si ha un nome come Terrence Malick la cosa è sorprendente. Be', se si potessero giudicare i film dai trailer, così sorprendente non sarebbe.



sabato, gennaio 07, 2006
Non più invisibile
Repubblica dedica a Lady Vendetta quasi un'intera pagina, con tanto di intervista a Park (che dichiara che il suo modello di cinema non è Tarantino. Quante volte lo avrà dovuto ripetere?). Sperabilmente le copie diffuse la settimana prossima aumenteranno.



I concerti che vi siete persi...
...ma se vivete ad Arcore e dintorni sono lì stasera. I The Hub fanno un free jazz hardcore che ricorda un po' gli Zu, ma con una differenza: dal vivo funzionano molto meglio che da disco (mentre per gli Zu m'è parso il contrario). Non gli davo un soldo e invece m'han fatto sognare, me e quella cinquantina sparuta di altre persone che hanno osato fargli visita. Rumorosi, colti, ma meno cerebrali e più accessibili dei loro colleghi italiani.




Ascolti in casa Gokachu: superpuntata
Cat Power - The Greatest
Me ne torno ad ascoltare You Are Free o Moonpix. Sigh. Bella però la title track.


Robert Wyatt - The End Of An Ear.
Ahhh. Rinfrescante.


Devendra Banhart - Niño Rojo
Non male, ma al quarto ascolto già m'ha rotto.


Architecture In Helsinki - In Case We Die
Much hype about nothing.


Offlaga Disco Pax - Socialismo tascabile (prove tecniche di trasmissione)
Più che un disco, un recital. La musica d'appoggio alle parole. Belle, e recitate in modo magnificamente sciatto.


Baustelle - Sussidiario illustrato della giovinezza
Stesso giudizio de La malavita: se ne parla troppo bene, ma qualche pezzo è davvero buono (La canzone del parco soprattutto, ma anche Cinecittà)


Ardecore - Ardecore
Classico, moderno, bello.


David Sylvian - Blemish
Questo me lo studio meglio e se ne riparla. Tra un anno o due.







giovedì, gennaio 05, 2006
Il film che pare interessante della settimana
La rubrica questa settimana soffre di due grossi problemi.

Il primo è che i cinema hanno cambiato programmazione oggi e non domani, inaspettatamente. Purtroppo. Non tanto per la rubrica quanto perché, dopo aver risalito la china dei film che mi mancavano (e, per inciso, con Il prigioniero di Azkaban mi sono divertito, specie sul finale), mi accingevo a vedere l'ultimo Harry Potter. E invece mi toccherà guardarlo sul piccolo schermo. Ma a parte queste quisquilie personali, la rubrica, pur uscendo prima del solito, è comunque in irrecuperabile ritardo.

Il secondo è che escono pochi film questa settimana. E tra questi pochi, solo uno notevole. Ma non è semplicemente un film notevole come tanti, è l'atteso ultimo film della trilogia della vendetta di Park Chan-wook, dopo Sympathy for Mr. Vengeance e Oldboy.
Chi segue un po' il cinema coreano già sa tutto, e attendeva questo giorno da tempo (sempre che non se lo sia già visto ad un festival). Così questa rubrica rischia di essere inutile.

E allora una volta tanto facciamo un bel discorso didascalico, per chi non segue il cinema coreano, non conosce Park Chan-wook e non andrebbe a vedere questo film.

Dovete sapere che negli ultimi anni il baricentro del cinema mondiale si è spostato verso est. Di fronte alla mancanza di un cinema europeo solido, fatti salvi i soliti nomi, e alla altalenante qualità della produzione americana, molti sono rimasti stupiti dalla quantità di ottimi film proveniente dall'Asia. Il Giappone è una delle cinematografie maggiori fin dalla nascita del cinema, quindi quello non fa notizia; ma per diversi anni ad Hong Kong si è fatto del cinema straordinario, mentre qui nessuno ci faceva caso.

Poi gli americani se ne sono accorti, hanno reclutato le menti migliori di quella generazione, li hanno riempiti di quattrini e gli hanno fatto girare decine di schifezze. E il cinema di Hong Kong ormai langue peggio di quello europeo, fatti sempre salvi i soliti nomi.

Ma il baricentro si spostava ancora, non tornava ad ovest, ma ancora più a est. In Corea del sud, da qualche anno, si producono decine di film di alta qualità ogni anno. O meglio, si producevano, visto che ultimamente anche lì è comparsa una certa crisi di idee.

Dalla congerie cinematografica di questi anni sono emersi molti autori interessanti. Park Chan-wook non solo è uno di questi, ma probabilmente il migliore. Confrontato con l'unico in grado di tenergli testa, Kim Ki-duk, ha mostrato senza dubbio una maggiore solidità e coerenza, e una minore propensione a girare opere minori o malriuscite. Se mi chiedete qual è il regista coreano che preferisco, risponderei ancora Kim, ma dopo L'arco lo farei non proprio a cuor leggero.

Park invece ha girato solo ottimi lavori, se vogliamo trascurare la quella bazzecola di Cut. Lo dico a ragion poco veduta, che della produzione precedente a Joint Security Area poco conosco. Comunque, tre film, tre colpi da maestro. Certo, alcuni ci son piaciuti di più e altri di meno. Alcuni ci son sembrati capolavori senza macchia (Sympathy for Mr. Vengeance, recuperatelo in videoteca come Mister Vendetta), altri con macchia (Oldboy, sempre in videoteca). Alcuni sono dei film con un largo appeal commerciale (sopratutto Joint Security Area), altri non son certo pensati per un grande pubblico (sempre Sympathy For Mr. Vengeance). Ma sono tre film indispensabili.

Oggi è uscito l'ultimo film di Park Chan-wook, Sympathy for Lady Vengeance, ovvero Lady Vendetta. La critica è divisa, il pubblico è freddino, i cinebloggers che l'han già visto sono entusiasti. D'accordo, quest'ultimo fattore è un po' inquietante. Però è un grande evento, e qui le aspettative sono al massimo. Il film pare estremamente interessante. Se lo trovate.




Recensioni un po' meno svogliate: King Kong
King Kong è un oggetto tanto mitico dell'immaginario che vien voglia di scriverci su un saggio socio-antropologico, una analisi delle variazioni dello spirito umano tra le tre versioni, di farne un oggetto di studio. Molte belle pagine sono state scritte a proposito (segnaliamo, una volta tanto, SentieriSelvaggi).

Però io non ne ho molta voglia.

Preso come film, Kong è una sonora delusione. Mi ero fatto delle aspettative (colpa dei cinebloggers). Invece.

Il suo problema è che è terribilmente noioso. Sbadigli a scena aperta.
Non tanto nella prima parte, dove almeno la Watts recita un po' e dove possiamo ammirare (e anche arrabbiarci per) la ricostruzione in set virtuale della New York anni '30. La prima parte è passabile, niente di che, ma non il tonfo di noia preannunciato, e neanche quello che ci aspetta nella seconda parte, quella sulla carta più spettacolare. Ovvero quando i membri della Vulture si ritrovano tra insetti e dinosauri a cercare Ann Darrow - dopo una buona parte "al di qua del muro", con un orrore tribale che neanche in Apocalypse Now (citato peraltro maldestramente, come Cuore di tenebra, inserito a forza per capriccio).
In questa seconda parte, che dura circa un'ora, mentre sono passabili, sebbene troppo lunghi, i "dialoghi" tra Kong e Ann, tutto il resto è videogame. Puro videogame non interattivo, senz'anima e senza interesse. Spettacolare baraccone adatto a conciliare l'ingestione di un bidone di popcorn. Terribilmente noioso anche perché, nella varietà dei "mostri", nella fredda grandeur dei paesaggi digitali, nella masturbatoria vertigine degli amplissimi carrelli, non succede niente che ci coinvolga. Jackson nell'ora e più di film precedente non è riuscito ad interessarci abbastanza ai personaggi perché ci importi qualcosa se vivono o muoiono. Si agitano inutili. Come succedeva nella mai abbastanza deprecata trilogia.

All'arrivo a New York si ha il momento migliore del film: il "teatro", l'umiliazione di Kong. Quando fugge, invece, si torna al noioso videogame, intercalato da momenti dolci dolci tra Kong e Ann che ci si sarebbe potuti risparmiare, o rendere meno zuccherini. Se la scalata e la morte di Kong recuperano una certa dignità cinematografica, alla fine si chiude coerentemente tutto in vacca, con l'abbraccio tra Ann e Jack contro un tramonto digitale vergognoso, e con la faccia spiritata di Jack Black (veramente alla sua peggiore interpretazione, almeno tra quelle che ho visto) che pronuncia le ultime parole famose.

Personaggi monodimensionali, un soggetto magnifico ridotto a pretesto per l'esibizione muscolare di potenza grafica (peraltro neanche così abbacinante, in confronto ad altri film) e di abilità illustrativa, qualche bel momento immerso in un fiume di noia e di autocompiacimento. E' Jackson, quello della trilogia. E' tornato.




mercoledì, gennaio 04, 2006
Recensioni in breve
Purtroppo si è accumulato qualche film e se non sbrigo rapidamente i sospesi la coda si allunga, perdo coraggio e quindi smetto di scrivere del tutto. Son fatto così. Quindi i seguenti film si ritrovano solo poche righe, non necessariamente perché se lo meritassero.

Kirikù e gli animali selvaggi non replica le meraviglie dell'originale. Disegno e animazione son le stesse, anche le canzoni non son cambiate, ma il livello della sceneggiatura è lo stesso dei seguiti solohomevideo dei film di Disney, roba come Provaci ancora Stitch o Mulan 2. Da vedere solo se completisti.

Shanghai Dreams è una secca delusione per chi aveva molto apprezzato Le biciclette di Pechino. Il regista nel frattempo ha avuto dei grossi problemi, speriamo bene per lui. Una specie di Peacock cento volte peggiore, stereotipato e prevedibile. Incomprensibile premio a Cannes, si può evitare con profitto.

Ogni cosa è illuminata è un film "superiore", per usare il pomposo e stralunato italiano della voce fuori campo del film. Una storia piccola piccola, tre-quattro attori perfetti per il loro ruolo (per non parlar del cane), un lunare viaggio nella memoria. Sarebbe perfino un film ottimo se il regista non cedesse, a tratti, ad un lirismo visivo piuttosto stucchevole e non dilatasse inutilmente il finale riempiendolo di cosucce carine ma del tutto dispensabili. E' un'opera prima, il "ragazzo" (che ha 39 film all'attivo come attore, 39 anni e una faccia piuttosto nota) si farà.




lunedì, gennaio 02, 2006


Scatti furtivi tra Natale e Capodanno

Turin, Fondazione Sandretto, till March the 19th.
Other stealths: 1, 2, 3, 4, 5
Front image and image 4 courstey of Goldmouse77 and her camera.
Other images taken with a Sagem My X5-2.
Blur is due to quick movements to avoid vigilance.



Anno nuovo gioco nuovo
Mentre voi vi sollazzavate con panettoni e spumante c'è chi si dava da fare per costruire qualcosa di terribilmente snob e vagamente nerd da fare "tra cinebloggers". Si tratta di un gioco di società dal nome (provvisorio) di THE GAME. Se vuoi sapere di che si tratta puoi leggere il regolamento. Se invece sei un cineblogger e vuoi giocare, puoi aderire ad una partita aperta o aprirne una tua. E speriamo bene.



Ascolti in casa Gokachu
E' sempre bello iniziare l'anno nuovo in grande allegria.